ALLA RICERCA DELL’ “AMATORE”, FIGURA ESISTENTE O FIGURA MITOLOGICA?

Delizioso appartamento con giardino in fase di ristrutturazione, piano terreno mq. 100 circa con 54 mq di giardino. 2 camere, doppi servizi, soggiorno e cucina abitabile. Immobile particolare da amatori. Classe energetica in fase di definizione.

oppure

Si tratta di un vero pezzo per amatori offerto a un prezzo assolutamente equo. L’appartamento si trova in posizione eccellente nel centro della città e non confina direttamente con nessun’altra unità abitativa: caratteristica rara per un immobile in centro città. È proprio questo aspetto e le ampie finestre che permettono all’appartamento con una superficie netta di 113 mq di essere inondato dalla luce del sole a tutte le ore del giorno. L’immobile è in ottimo stato e i due bagni sono persino stati completamente ristrutturati pochi anni fa. Soltanto la sostituzione delle porte interne e delle finestre dovrebbe essere presa in considerazione in un prossimo futuro. Da ciascuno dei 5 locali si può godere di una vista sul verde circostante e l’appartamento è perfettamente riparato dal traffico cittadino. A parte è possibile acquistare un garage. Se questo straordinario immobile Vi interessa, contattateci!

e ancora:

MARE , LUCE E TRANQUILLITA’. Per soggiorni in totale relax, proponiamo ad amatore, piccolo bilocale arredato in palazzina immersa nella pineta. Ingresso indipendente, balcone, terrazzo, box auto di ampie dimensioni. Parzialmente ristrutturato, infissi esterni appena rifatti, riscaldamento autonomo a gas metano, porta blindata.

Ecco, spesso mi capita di imbattermi in inserzioni tipo queste sopra.

Oggi il marketing immobiliare, ti insegna che devi focalizzare la tua pubblicità, affinché tu possa colpire precisamente un ben definito target di pubblico.

 

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Per questo ha sempre funzionato, anche in tempi non sospetti, negli annunci immobiliari, il piccolo “aiutino”, che indica a chi può essere rivolto l’oggetto in questione.

E quindi, le indicazioni delle inserzioni tipo: “ideale per giovane coppia”, “appartamento per famiglia”, “ottimo per investimento”, “perfetto per single”, “comodo con la stazione, l’ospedale, l’autostrada… ecc., ecc., ecc.”, hanno sempre sortito un buon effetto, arrivando anche a dare un risultato, quando non utilizzati impropriamente o inflazionati.

Ovviamente c’è tutto un mondo dietro ognuna di esse.

Pare scontato chiederlo, ma ad esempio se l’appartamento è un monolocale di 18 mq, quale dei suggerimenti qui sopra utilizzeresti?

Forse hai pensato al single.

Perché è appunto solo, e quindi il mini-mono-locale, è un taglio sufficiente.

Forse acquisterà un appartamento di un taglio molto piccolo, perché sa che lo utilizzerà, solo poco tempo.

Nell’immaginario comune, la mente subito si sofferma a pensare ad un giovane ragazzo, un professionista, l’impiegato neo-assunto della multinazionale di turno che lavora dalle 7 del mattino sino a tarda sera, sei giorni su sette. Non rincasando nemmeno per pranzare.

Utilizzerà la cucina solo per farsi un caffè. Forse qualche pasto frugale. O forse una cenetta romantica.

Ma il più delle volte prevarrà il take-away o la pizzeria sotto casa.

Vero.

Ma probabilmente se dovrà permanere solo per pochi anni (uno, due, forse tre), non dovrà necessariamente acquistarlo.

Basterà trovare un appartamento in affitto. Per poi vedere cosa ne sarà della sua vita e del suo futuro.

E quindi?

Ancora convinto che il 18 mq sia per il single?

E sì, ti assicuro che esistono veramente appartamenti di 18 mq…

Il target potenzialmente corretto per questo mini-appartamento è l’investitore. Che acquisterà per mettere a reddito.

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Perché, molto probabilmente, con una spesa
congrua, avrà la soluzione giusta da proporre proprio al single, che, in partenza per la sua nuova carriera, vita o avventura, magari non avrà messo a budget l’acquisto di una casa, ma l’affitto sì.

Con questo non sto dicendo che il single che viene a lavorare tre anni a Milano, la casa non se la potrà comprare.

Sto semplicemente dicendo che è molto più probabile, statisticamente, che il single che si sposta in un luogo nuovo per lavoro o per qualsiasi altro motivo, parta con la locazione.

Il single e l’investitore, li abbiamo identificati, le altre figure a cui rivolgersi avranno anche loro un profilo più o meno delineabile.

Bravura del professionista o di chi pubblica l’inserzione, sarà sempre capire a chi è più adatto l’immobile.

Ma l’amatore?

Cos’è esattamente l’amatore?

Da Treccani online:

1. Chi o che ama; che ha amore, inclinazione, trasporto verso un determinato oggetto: es. amatore dell’onestà; amatore degli studi, delle arti; amatore della campagna, della vita semplice.


2. Chi si diletta di qualche cosa: un amatore della caccia; un amatore dei cavalli. Sul modello del francese. “amateur”, appassionato ricercatore, collezionista (specialmente di opere d’arte, cimeli, libri antichi e similari): ho venduto il quadro ad un amatore;

prezzo da amatore o da amatori: prezzo a cui un oggetto d’arte o di collezionismo viene offerto in vendita, determinato non dal suo valore intrinseco ma dall’interesse e dalla richiesta da parte di ricercatori e collezionisti.

3. Nel linguaggio sportivo, sinonimo (oggi poco usato) di dilettante.

Mi sentirei di escludere subito la prima definizione.

Chi sta cercando un appartamento per una reale esigenza abitativa da soddisfare, non potrà mai amare un oggetto che ancora non conosce.

Amerà forse il suo ideale.

Ma nemmeno, perché se anche avesse una casa dei sogni in mente, anche questa idea di casa, non sarà amata, ma bensì, ambita.

Tanto più, come potrà mai amare una casa di cui vede solo un’inserzione e qualche immagine, messe insieme allo scopo apposito di attirare persone interessate all’acquisto?

Escluderei, ma non del tutto, anche la terza. Il dilettante.

Vero, se sei alle prime armi con la ricerca di una casa, sei per forza di cose un dilettante. Ma grazie ad internet per lo meno, non sei allo sbaraglio.

Ma colui che cerca l’amatore per il proprio oggetto, ricerca una persona interessata, che ricada nella fascia della seconda definizione.

In poche parole un collezionista o come definito sopra ancor meglio:

…’prezzo da amatore o da amatori: prezzo a cui un oggetto d’arte o di collezionismo viene offerto in vendita, determinato non dal suo valore intrinseco ma dall’interesse e dalla richiesta da parte di ricercatori e collezionisti’…

Ora, se hai un immobile storico (classificabile come tale per una sua valenza storica riportata in qualche documento), una costruzione di particolare rilevanza architettonica (per via del suo progettista o dell’innovazione che rappresenta nell’ambito tecnologico) o qualcosa di simile, allora ok.

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Ma non mi si venga a dire di avere un monolocale o un trilocale da amatori, perché se esiste il collezionista di monolocali o di trilocali in condominio, lo voglio conoscere!

Davvero!

Non immagini quanti pezzi da collezione mi capitino da proporre! Tutti pezzi unici tra l’altro!

Va be dai. Scherzo.

In realtà lo so perché il proprietario di un immobile o chi fa la promozione dello stesso, ricerca l’amatore…

…per giustificare un prezzo esoso.

L’amatore NON ESISTE!

Anzi, specifico, giusto per escludere gli oggetti particolari a cui accennavo sopra:

L’amatore per il tuo appartamento in condominio o per la tua abitazione, perfetta, appena ristrutturata ed arredata da rinomato architetto e da rivista per carità, ma comunque “comune”, NON ESISTE!

Il mercato odierno pone il tuo appartamento e l’amatore su due piani completamente differenti.

E’ come se tu cercassi il prosciutto cotto di primissima qualità, dal gommista…

Quindi, due conclusioni.

Sei stato così ardito da indirizzare il tuo annuncio all’amatore?

Hai due problemi:

  • non hai definito un target di riferimento reale (il tuo annuncio non si rivolge a nessuno specificamente)

  • dai l’impressione (corretta aggiungerei io) che il tuo oggetto sia veramente caro, allontanando definitivamente anche chi poteva essere curioso nonostante la richiesta elevata. Stai effettivamente dicendo: “lo so che chiedo il 30% in più, ma li chiedo veramente e non mi muoverò da qui. Se non sei disposto a spendere il 30% in più per un immobile che appunto pagheresti meno da qualsiasi altra parte, non venire neppure a vederlo.”

Se invece ti sei imbattuto in un annuncio dedicato agli amatori, fai l’unica cosa sensata…

Passa oltre!

Hai un immobile “da amatore” da vendere, ma ti sei stufato di non ottenere risultati ed ora lo vuoi vendere davvero?

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Cerchi una casa “normale” e sei stufo di tutte queste case per amatori sparse per la città?

A presto!

IL TUO AGENTE IMMOBILIARE, CONOSCE I COLORI?

Il mio lavoro è bello perché è vario.

Come il mondo.

Ricordo che la motivazione più forte che mi spinse ad intraprendere questa carriera lavorativa fu proprio la possibilità di venire in contatto con numerose persone.

E posso tranquillamente affermare che la mia curiosità circa il comportamento umano, fino ad oggi ne è uscita pienamente appagata.

Ho subito notato che molti comportamenti sono comuni a più persone.

Si ripresentano però con le mille sfaccettature che il carattere sviluppato dal singolo individuo condiziona. Ma sono comunque comportamenti comuni.

E’ come guardare una tavola di colori.

 

I primari sono solo tre.

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Poi in realtà ci sono le gradazioni e le sfumature, che rendono il mondo appunto più bello e vario.

 

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Ti starai chiedendo: Sì ma cosa c’entra questo col tuo lavoro?

Ti assicuro che c’entra. E ti illustrerò come lo faccia anche più delle case stesse!

La mia professione si svolge in più fasi.

La prima è l’acquisizione degli immobili che costituiscono il portfolio delle proposte (incarichi).

La seconda fase è la promozione dell’oggetto (pubblicità, inserzioni, marketing).

La terza è la gestione delle richieste che si ricevono per gli immobili promossi (contatti con le richieste, appuntamenti di visione).

La quarta è il ritiro dell’offerta per un immobile da parte di un interessato (proposta).

La quinta è la presentazione di questa offerta al proprietario dell’appartamento con l’obiettivo di raggiungere la conclusione dell’affare (accettazione).

La sesta ed ultima fase è infine l’assistenza alle parti in causa per arrivare all’atto finale (contratto, rogito).

In realtà le case, sono sì parte del mio lavoro, ma se ti soffermi a guardare l’insieme, noterai che sono più uno sfondo.

E’ scenografia.

La parte essenziale, sono gli attori!

Ciò che non cambia mai, se non per la seconda fase, anche se non è proprio così e ti spiegherò in futuro anche questo, è l’attività di relazionarsi con le persone!

Il lavoro di un buon agente immobiliare è relazionarsi con l’infinita varietà di persone con cui entra in contatto e con cui potenzialmente può concludere degli affari.

Se tralasciamo gli aspetti tecnici, che, parliamoci chiaro, devono essere scontati in ogni professione (cioè se sono un meccanico devo sapere cos’è un alternatore, se sono un elettricista devo conoscere cos’è la fase, se sono un cardiologo devo sapere cos’è l’aorta), insomma, tralasciando appunto le ovvietà, che per un operatore immobiliare, potrebbero essere la capacità di valutare un immobile, la capacità di redigere un contratto rispettando le norme legislative senza scrivere bestialità, e conoscere quale documentazione deve essere reperita per arrivare alla vendita ad esempio, un buon agente immobiliare, lo paghi, per la sua capacità di contrattare e di porsi tra le parti allo scopo di far raggiungere ad esse un fine comune, anche se, per ovvie ragioni, spinti da motivazioni diverse.

Quindi, tornando ai colori, il buon agente immobiliare, anche se io preferisco chiamarlo mediatore, perché è un termine più specifico e intuitivo circa l’attività che dovrebbe svolgere, DEVE saper riconoscere i vari colori, in modo dettagliato.

Deve cogliere le differenze, le tonalità e le sfumature, per trovare il giusto “abbinamento”, in relazione all’altro colore sul quadro.

E’ questa l’attività primaria della mia professione.

Tutto il resto lo dovete pretendere come standard. La preparazione di base, la “professionalità”, che oggi viene tanto sbandierata da molti, è il requisito minimo.

La stessa parola “professionalità”, a me spesso mette i brividi.

Ti rivolgeresti ad un chirurgo professionale o ad uno rinomato?

Andresti a mangiare in un ristorante con un cuoco veramente professionale o con uno bravo?

Chiameresti un idraulico professionale o uno in gamba?

Vedi che per alcuni lavori, certi aggettivi sono prioritari, rispetto all’evidenziare che sanno svolgere una professione (questo significa in realtà professionale)?

Quindi, partendo dalla convinzione che nel 2015 la professionalità sia il requisito minimo, certo, accertati che vi sia, ma se dovrai affidarti ad un agente immobiliare, cercane uno capace di parlare con le persone, capace di ascoltare le esigenze dell’interlocutore, qualcuno che abbia un minimo di empatia per comprendere il tuo obiettivo.

Cerca soprattutto questo.

Ad esempio, se parlandoci, noti un certo fastidio, una sensazione di incoerenza rispetto a ciò che ti aspetteresti da colui che dovrebbe fare il tuo interesse, scappa.

Di case ce ne sono tante, di mediatori validi, molti meno…

 

Vuoi conoscerci?

Devi vendere o acquistare un appartamento su Milano?

Lascia qui sotto i tuoi dati e nel pieno rispetto della normativa in materia di privacy, verrai ricontattato da un nostro incaricato:

 

A CASA DI CHI VORRESTI TROVARTI? QUELLA DI TIMMY, TOMMY O JIMMY?

Se hai in mente di vendere la tua, scegli bene! E’ di VITALE importanza!

La conosci la fiaba dei tre porcellini vero?

Quelli nel titolo, sono proprio i nomi dei ‘tre piccoli fratellin’.screen tre porcellini

Timmy è quello che costruisce la casetta di paglia. Tommy quella di legno. E Jimmy è quello…
…sveglio.

Come sicuramente saprai, la morale della favola, è che bisogna essere previdenti e farsi trovare preparati per affrontare le difficoltà e gli imprevisti che ci si presentano inevitabili.

Senza approssimazione o superficialità.

Le fiabe sono destinate ai bambini.
Ma non è proprio così.

Le fiabe in realtà sono destinate molto di più agli adulti.

Ovvero, ci vengono raccontante quando siamo bambini, più e più volte. Allo scopo di inculcarci in modo semplice ma allo stesso tempo indelebile, dei punti fermi, delle risposte pratiche ai problemi che incontreremo nel corso di tutta la nostra vita.

Prendendo a prestito altre fiabe, se ti bussasse alla porta una vecchina con un naso aguzzo ed un viso non proprio dolce e rassicurante e ti offrisse amichevolmente una bella mela luccicante, la accetteresti così, a cuor leggero?

Se noti qualcuno comportarsi in modo strano e oscuro, cercando però di apparire rassicurante quando proprio non lo è, stai lì a guardarlo pacifico chiedendogli come mai ha le orecchie grandi o denti tanto aguzzi?

Se ti accorgi che chi hai difronte cerca di comprarsi la tua fiducia, con fare suadente ed eccessivamente zuccheroso, usando parole mielose, che promettono condizioni esageratamente vantaggiose e del tutto sproporzionate a ciò che sarebbe necessario, ingolosendoti come un bambino davanti ad una casetta di cioccolato, il tuo pensiero, corre subito alla inquietante immagine di Hansel e Gretel davanti al forno dopo essere stati messi all’ingrasso?

Ecco. Come dicevamo le fiabe non sono propriamente per i bambini.
O meglio, vengono loro raccontate ma sono fatte per tornare utili in futuro. Tra l’altro nel tempo sono state epurate e ripulite da tutti i dettagli cruenti, presenti originariamente.

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Servono agli adulti perché ci mettono in guardia in modo rapido.

Una sorta di “bignami” del comportamento nelle situazioni di pericolo.

Sicuramente quando si è piccoli hanno un significato molto più vicino alle paure insite nei bambini ed all’importanza di seguire determinate regole e fare ciò che ci è stato insegnato dai nostri genitori.

Però quando cresciamo, prenderemo a prestito quell’informazione ormai assimilata, per difenderci da, pericoli, magari anche meno vitali come importanza, ma comunque, tanto subdoli ed insidiosi da rovinarci la giornata.

Perché, il meccanismo che attivano le fiabe, è che se ad un certo punto del tuo percorso ti capitasse di ritrovarti inaspettatamente da solo in un bosco, uno dei primi pensieri, se non proprio il primo, sarà quello di allerta.

Ovvero, quella sensazione di paura, di estrema attenzione, perché ti aspetti che da un momento all’altro, salterà fuori il lupo cattivo.

E se poi, effettivamente, fai lo sgradito incontro ed hai la fortuna di rimanere illeso, con molta probabilità, nel bosco, non ci metterai più piede!

Questo, anche se, fermandoti a ragionare a mente fredda, sai bene che nel bosco potresti incrociare anche un cerbiatto, degli scoiattoli, delle lepri, dei teneri ricci…

Però per te, nel bosco, ci sarà sempre e solo il pericoloso lupo cattivo.

Ora, se hai già avuto la sfortuna di avere a che fare con una certa tipologia di pseudo agenti immobiliari, che purtroppo popolano la fauna del mio settore, avrai sicuramente già incrociato parecchi lupi sulla tua strada…

E tu lo sai, il lupo cattivo in cerca dei porcellini un po’ spensierati, è sempre lì, dietro a quell’albero, pronto a balzare rapidamente addosso ai malcapitati di turno. NON PUOI dimenticarlo!

Bene. Anzi, mica tanto bene…

Dicevo, a te che purtroppo hai già incontrato il lupo, ci arrivo tra poco.

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Invece, per te che non lo hai ancora visto, ti do DUE  preziosissimi consigli, utili a riconoscerlo e tenerlo alla larga.

Segnatelo bene!

Il lupo, nel “bosco dell’immobiliare”, si riconosce per DUE caratteristiche peculiari:

  1. ti chiederà di firmare un contratto irrevocabile                                                                                                                            
  2. cercherà di ottenere un contratto a lungo termine (leggi oltre i tre mesi, che spesso sono già molti in sé);

Quindi, se hai deciso di vendere la tua casa e ti è capitato di entrare in contatto, con questo pericoloso predatore: comincia a correre! Scappa! Metti quanto più terreno possibile, tra te ed Ezechiele!

E precipitati letteralmente alla casa in mattoni!

Passa davanti alla casa di paglia di Timmy e non fermarti. Corri!

Sfreccia anche davanti a quella di legno! E magari urla a Tommy di scappare con te!

Raggiungi la casa più sicura.

Quella in mattoni.

Stai sul sentiero e segui le indicazioni.

Entra!

Io, che sono previdente, ti ho preparato una calda ed invitante tazza di tè, qui da Jimmy.

So che senti già l’aroma che si diffonde appena apro la porta!

Se preferisci, potrai gustarla tenendola calda tra le tue mani mentre siedi qui, sul balcone, guardando in basso il divertente spettacolo del lupo, che si sfiancherà a soffiare senza alcun successo.

Cosa fai?

Ti aspetto?

Fammi sapere che stai arrivando!

IL LAVORO DI UN’AGENZIA IMMOBILIARE

Top 10 Reasons to Hire a Real Estate Agent

Cosa significa lavorare in una agenzia immobiliare?

Intanto c’è da precisare una cosa importante:

L’agente immobiliare è la figura principale senza la quale non esiste agenzia.

E’ infatti colui che trova l’accordo finale tra un venditore di un immobile ed un acquirente.

Ed è L’UNICO soggetto giuridico, legalmente autorizzato a farlo.

Con buona pace di tutti coloro che lo hanno fatto abusivamente fino ad ora e che continueranno a farlo.

Per svolgere la professione di agente di intermediazione immobiliare, bisogna essere ufficialmente abilitati.

Per ottenere questa abilitazione, è necessario superare degli esami di stato che trattano argomenti specifici per cui è necessario avere una preparazione adeguata.

Oltre al diploma di scuola secondaria superiore, quindi, servirà anche frequentare un corso che preparerà all’esame.

Non entrerò qui nel dettaglio normativo, ma il vero agente immobiliare è un professionista abilitato legalmente dalla Camera di Commercio del luogo in cui opererà e che dovrà rispondere oltre che con requisiti personali, anche con requisiti morali.

Quindi, nell’occasione in cui avrete modo di interloquire con qualcuno che si definisce tale, ricordatelo sempre.

Oltre a ricordarlo, prima di prendere qualsiasi decisione, verificate che lo sia realmente.

Un agente immobiliare ha una tessera di iscrizione che lo identifica.

Detto questo, sappiate anche, che nella stessa agenzia immobiliare, possono trovare spazio altre figure professionali con cui sicuramente andrete a rapportarvi.

Vi è ad esempio chi si occupa di proporre ai clienti dell’agenzia, gli immobili di cui si dispone (detto volgarmente “portafoglio immobili”).

Questa persona ha il compito di organizzare l’agenda dell’agenzia, contattando tutti quei clienti che hanno volontariamente lasciato i propri dati e la loro richiesta di ricerca dell’immobile, fissando loro degli appuntamenti per la visione degli immobili.

Dovrà quindi interfacciarsi con le esigenze dei clienti che desiderano visionare un immobile e con i proprietari o gli inquilini degli stessi (qualora l’immobile fosse abitato), che avranno indicato le modalità per le visite.

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Sarà inoltre a conoscenza di tutti i dettagli dei vari appartamenti e fornirà agli interessati tutte le informazioni ed il materiale disponibile.

Oltre a ciò verificherà l’esito degli appuntamenti effettuati, contattando i clienti per capire più dettagliatamente come avvicinarsi a ciò che stanno cercando.

Poi ci potrà essere quello che viene in genere definito “funzionario di zona” o “acquisitore”.

La figura del funzionario è quella di reperire per l’agenzia, gli immobili da poter proporre ai propri clienti.

Il compito di questi acquisitori è rintracciare proprietari di un immobile che siano intenzionati alla vendita, per poi promuovere il servizio dell’agenzia che è mirato a soddisfare questa esigenza specifica.

E’, per ovvie ragioni, un ruolo cruciale per i meccanismi dell’agenzia stessa. Senza immobili da proporre non vi è agenzia immobiliare…,

Tanto è cruciale, quanto, storicamente bistrattato dai tanti “titolari” di agenzia.

Non è insolito che all’interno di un’agenzia immobiliare, questa figura professionale, cambi protagonista repentinamente.

La si potrebbe avvicinare idealmente, al “Dead Man Walking”.

Se non, fortunatamente, per il destino che lo attende, almeno per il percorso già segnato ed inevitabile.

Perché nella maggior parte delle volte, viene preteso un compito, logorante soprattutto per lo spirito di chi deve svolgere questa mansione.

La modalità con cui viene abitualmente incitato ad agire infatti, è affidargli l’ingrato compito di contattare ogni creatura vivente che si possa raggiungere, o telefonicamente o fisicamente, per chiedergli se venderà casa.

Quante volte e quante volte di seguito, vi è capitato di ricevere la telefonata o la citofonata del tale agente dell’agenzia tal dei tali che vi chiede se vendete casa?

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Oltre al disturbo che si dà al forzato ed involontario interlocutore, di cui volutamente non dirò nulla in questa sede, vi è un aspetto particolarmente logorante per l’incaricato stesso.

Per una questione meramente statistica, quanti NO, pensate potrà ricevere quotidianamente?

Ebbene sì. La percentuale si aggirerà tra l’85 ed il 100%.

Il primo giorno ok. Il secondo passi. Dopo una settimana ti chiedi se sei masochista. Dopo il primo mese sei un’automa. Dopo due o tre, cominci a pensare al peggio…

Perché dopo tutto questo bagno di negatività, potresti cominciare a pensare che quei no, siano rivolti, non alla tua domanda, ma a te stesso.

Quindi se mai stai pensando di intraprendere questo tipo di lavoro, dovrai innanzi tutto avere un carattere molto forte e positivo, ma soprattutto…

…scegliere molto bene la struttura per cui deciderai di collaborare.

Perché, ai nostri acquisitori ad esempio, non viene richiesto di immolarsi come un kamikaze contro interlocutori che non hanno alcuna voglia di essere disturbati.

Certo, occasionalmente e per scopi specifici, a volte, la telefonata a freddo può anche essere effettuata, ma il nostro credo professionale, è che non si acquisiscono immobili andando a chiamare tutto l’elenco telefonico.

Ricordo ancora in modo vivido, l’acquisitore zelante che mi fermo un Sabato di mercato in mezzo alla strada chiedendomi: “Buongiorno signore! Deve per caso vendere la sua casa?”

Così! In mezzo alla strada! E dopo averlo chiesto a me, lo chiese ad una signora anziana che balzò all’indietro per lo spavento. E poi ancora e ancora e ancora.

Tralasciando tutte le implicazioni positive e negative che può far sorgere questa modalità operativa, potete immaginare un professionista di qualsiasi settore reclutare clienti in questo modo?

La cosa triste è che la mia professione è ormai entrata nel club dei (mi scuso anticipatamente del termine forte) “rompicoglioni”, stazionando sicuramente nelle prime tre posizioni.

Forse giocandosi la corsa tra il secondo ed il terzo posto.

Il primo è stabilmente occupato dalle compagnie telefoniche…

Peccato davvero che questo lavoro abbia preso questa piega.

Cioè, per esempio:

Vi ha mai chiamato un geometra a caso, chiedendovi se dovevate rifare la planimetria di casa vostra?

Eppure vi assicuro che il numero di imprecisioni sulle mappe catastali è molto elevato. Quasi il 50% delle volte c’è qualcosa da aggiustare.

Vi ha mai chiamato un macellaio, cercando di convincervi ad andare da lui per le bistecche che offre?

Avete mai ricevuto la telefonata di un mobiliere che vi propone nuove soluzioni di arredo?

Eppure, vi garantisco che per alcune delle professioni sopracitate vi sarebbero dei risultati più soddisfacenti che per un acquisitore di immobili.

In fondo si è ancora in tanti a mangiare bistecche ad esempio…

Invece la strada su cui ci si è incamminati nello storico svolgimento della professione immobiliare è quello.

Misteri della vita.

Quindi rassicuro tutti coloro che ricevono quotidianamente questo tipo di telefonate, che nel 99% dei casi, non saremo noi a chiamarvi.

Siamo convinti che se mai prenderai la decisione di vendere la tua casa e di affidarti ad un’agenzia seria, sarai tu a ricercare il professionista più adatto.

Il nostro compito è farci trovare qui. Pronti!

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Pronti, ad offrirti un servizio qualificato allo scopo.

E giusto per darti un indizio su un altro pensiero portante del nostro metodo operativo,

il nostro obiettivo, non è prendere un incarico per sei mesi o addirittura un anno.

A che scopo?

Se l’agenzia vuole vendere la tua casa, perché deve metterci così tanto?

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Forse sa che alle folli condizioni che ha accettato per accattivarsi il proprietario, non ci sono possibilità reali?

E perché non essere sinceri e non dirlo subito, anziché trascinarlo in un percorso di ribassi continui e lagne pressanti sul mercato che non va per farlo scendere poi sistematicamente col prezzo richiesto?

Per evidenti ragioni chi lavora in questo modo non è un’agenzia immobiliare. Anche con tutte le abilitazioni del caso…

Il nostro scopo invece, è vendere realmente la vostra casa.

E vi assicuro che se ci vogliono più di due o tre mesi, c’è qualcosa che non va…

A questo punto, se sei arrivato fin qui e sei un proprietario di casa che ha deciso di venderla, sai cosa fare. 😉

Se invece sei un “funzionario” o un “acquisitore”, che ha sempre svolto questo lavoro, ma credi che sia ora di cambiare nel metodo; avvicinandoti a canoni lavorativi più consoni al 2015, sai anche tu cosa fare… 🙂

Scrivici una email qui: info@studioisola.it

SCOPRI COME GUADAGNARE VERAMENTE, VENDENDO LA TUA CASA!

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Ti parlerò di denaro. E quindi di tempo. Che per sua natura è prezioso.

Come tutte le cose che sono finite. Determinate.

E partirò con una premessa.

Io mi occupo di immobili.

Se hai pensato di vendere la tua casa, continua a leggere, ho delle cose importanti da dirti.

Altrimenti non ti voglio far perdere il tuo prezioso tempo.

La sveglia suona.

Ti alzi. Solita routine.

Bagno, colazione, denti, vestiti e sei fuori.

Se sei fortunato vai al lavoro a piedi.

Se fai parte della maggioranza dei “milanesi”, passerai dai 25 ai 45 minuti in macchina, di cui in gran parte in coda e, se non sei proprio sfortunato da dover guidare, almeno riuscirai a passare più o meno lo stesso tempo sul mezzo che ti porterà al lavoro. Un treno, un tram, un bus.cars-691144_640

E magari potrai sfruttare quel tempo per leggere o per giocare col tuo smartphone per distrarti un po’… …sempre che tu abbia lo spazio sufficiente per farlo.

Perché, se sei stipato tipo carro buoi… …auguri.

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Poi arrivi al tuo lavoro e la giornata passa. Avrai giornate buone e giornate meno buone.

Ma almeno, saprai l’orario in cui avrai terminato. Qualcuno neanche quello…

Poi a seconda dei tuoi compiti, dovrai: fare la spesa, andare a ritirare i vestiti in tintoria, andare a prendere i bimbi a scuola o dai nonni, portare giù il cane, andare in palestra, al corso di cucito, riordinare casa, ecc. (dove ecc. sta per qualsiasi cosa dobbiate fare sistematicamente e con cadenze regolari).

Ed infine sei finalmente a casa.

E?

Sorpresa!

Il cane o il gatto ti hanno pensato tutto il giorno e ti hanno fatto una “sorpresina” non proprio gradita.

Il bimbo ha messo a soqquadro la casa come nemmeno l’uragano Katrina avrebbe fatto.

Ti sei dimenticato di stendere la i panni lasciati in lavatrice.

Hai scoperto che non era il pane che ti mancava, ed ora ne hai due bei sacchetti freschi freschi. Ma ti sei scordato la birra…

Poi si cena, guardi l’ora…

Ok, un po’ di tv, lettura o altro, magari di abbiocchi anche un po’ e quando riapri gli occhi è proprio ora di spostarsi nel letto per aspettare una nuova…

Sveglia!

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Starai già pensando: “Sì ma mica tutti i giorni è così!”

Hai ragione, ma ti assicuro che per qualcuno è anche peggio…

Il fatto è che per vivere nella società che ci siamo creati, abbiamo bisogno di molto tempo.

Anche per le cose non necessarie o vitali, o quelle stupide, ma che ormai, per un motivo o per un altro siamo abituati a fare.

Ma il tempo è limitato.

Gran parte di questo tempo, te lo assorbono il dormire ed il mangiare.

E non credo ci si possa lavorare più di tanto.

Altro tempo viene utilizzato per svolgere tutte quelle attività complementari che ci permettono ad esempio, di dormire (lavare e stirare le lenzuola, rifare i letti) e di mangiare (fare la spesa, cucinare, lavare i piatti, buttare la pattumiera).

Perché alla fine tutte queste attività menzionate, vanno fatte.

Insomma, alla fine la domanda è una sola:

QUANTO TEMPO TI RIMANE PER FARE LE COSE IMPORTANTI?

Essere nel 2015 è sicuramente un vantaggio.

Non ci si pensa mai, ma nel ‘800 o prima, la maggior parte degli italiani non aveva neppure l’acqua corrente in casa.

Il che voleva dire che bisognava andare alla fonte più vicina, ovviamente a piedi, raccogliere quanta più acqua poteva essere portata e tornare indietro.

Spesso e volentieri, per avere acqua “pulita”, bisognava anche allontanarsi dai centri abitati.

Il progresso ha permesso molti miglioramenti.

E così l’uomo nel frattempo, si è dedicato a trovare altri mille modi per occupare quel tempo che pian piano guadagnava.

Ecco il punto!

Oggi molte delle attività che ho descritto in alto possono essere delegate in modo da guadagnare tempo prezioso.

Se vuoi evitare traffico e code, la spesa te la portano a casa.

Se vuoi evitare di stendere ogni volta, puoi comprare un’asciugatrice o una lavasciuga.

Se vuoi evitare di stare in piedi davanti al lavandino con le mani nell’acqua, puoi usare una lavastoviglie.

Se devi lavorare fino a tardi, puoi incaricare qualcuno che badi ai tuoi figli in tua assenza, o che li vada a prendere a scuola.

Oppure per fare tutte queste cose puoi delegare qualcun altro.

Certo, questi servizi, hanno un costo e vanno pagati.

E molti di noi vi rinunciano.

Non tanto per il loro costo.

Ma per una questione molto più intima.

Ci sono cose, che non ci sentiamo di delegare.

Mia madre ad esempio la spesa non se la farebbe portare nemmeno morta.

Se le melanzane e la lattuga non li scelgo io, chissà che mi portano!

In casa sto lottando per l’uso della lavastoviglie. Ma per tre piatti? dice mia moglie…

E mia cognata? I miei figli non li lascio a nessuno!

Come dicevamo, ognuno di noi ha mille e più motivazioni valide, per non delegare determinati compiti che ci troviamo ad affrontare nella nostra vita.

Ma, sorpresa sorpresa, anche questo, si paga.

Come?

Col tempo che gli dedichiamo.

Tutto questo preambolo per dire cosa?

Che non abbiamo abbastanza tempo? Che il tempo è denaro? Grazie. Lo sapevo già!

Sì. Vero. Alla fine è di questo che si tratta. Ma non solo.

Qualsiasi attività noi inseriamo nel nostro quotidiano, avrà delle implicazioni che porterà via, nella migliore delle ipotesi, sicuramente, un po’ di tempo.

In altri casi anche denaro.

Nei più estremi, anche salute e serenità mentale.

Voglio arrivare proprio lì.

Sai di cosa mi occupo, no?

Vendere le case degli altri!

Non è proprio così… …ma diciamo che è una risposta accettabile al contesto.

Io lo faccio abitualmente. E’ un’attività per cui ho acquisito delle competenze in seguito a studio e tanta, tanta pratica.

E’ il mio lavoro.

E per te?

E’ un’attività che svolgi quotidianamente?

Se la risposta è sì, allora sei un collega o una collega o un imprenditore immobiliare…

Se la risposta è no, la mia domanda allora è una sola:

PERCHE’ LO FAI?

Hai davvero tutto questo tempo libero?

Dirai: Sai che ci vuole. Scrivere un annuncio, mettere un cartello e via.

Ecco, se fai parte di coloro che hanno ragionato così, ti dico solo una cosa, almeno finisci di leggere fino in fondo, perché non sei partito proprio col piede giusto…

Mettere in vendita una casa è un’azione che può essere riassunta superficialmente dall’illuminante considerazione che hai pensato qui su.

Poi ci sono dietro altre cose, che in questo momento non hai ancora in mente.

Ma che, inevitabilmente, ti si riverseranno addosso come un’improvvisa pioggia estiva, mentre sei isolato nel mezzo di un campo senza avere nemmeno l’ombrello.

Tralasciando il cosa dovrai scrivere su quell’annuncio e il come, che ti assicuro è parte fondamentale per la buona riuscita finale, hai già pensato anche a come ricevere i contatti che avrai?

Hai fatto delle foto esplicative ed attraenti (NO! PHOTOSHOP NON VALE!)?

Sei pronto a rispondere alle email ed alle telefonate delle persone che ti scriveranno e ti chiameranno?

Hai già raccolto tutto il materiale che ti chiederanno di inviargli? (Non è solo la piantina…)

Riuscirai a capire quali, tra le persone che ti stanno contattando, sono quelle con cui varrà la pena perdere un po’ più di tempo e quali quelle da scartare a priori?

Cosa farai con le persone che hanno visitato casa tua senza darti un riscontro?

Chiarisco subito una cosa:

Se tutto va come deve andare, anche lasciando le cose un po’ al caso, venderai la tua casa senza grossi problemi.

Nel migliore dei casi avrai perso tempo e basta.

In altro caso ti sarai trovato ad affrontare qualche costo (ad esempio adempimenti tecnici scoperti all’ultimo momento) aggiuntivo.

Nel peggiore dei casi non avrai ottenuto il massimo a cui potevi ambire.

Ci può stare. Per carità!

Succede tutti i giorni nel mio settore.

Però, io non mi capacito ancora.

Hai la grande possibilità di ottenere il miglior risultato possibile e già alla linea dello Start, parti accontentandoti del 4° posto?

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Certo! Ottenere il miglior risultato possibile vuol dire utilizzare gli strumenti più adeguati e più performanti.

Al di là dei motivi di marketing che ad oggi invadono lo sport, con quante possibilità l’atleta professionista scenderà in campo con le scarpe provenienti da un discount?

Quale architetto o progettista, utilizzerà il compasso economico acquistabile sugli scaffali di un supermercato?

Quale geometra misurerà le distanze col metro da sarta?

Qualcuno potrebbe obiettare che il costo richiesto per svolgere la mia professione è elevato.

In realtà non è così. O meglio, non dovrebbe esserlo.

Il problema è: a chi ti sei rivolto? Ad un costoso “apriporta”?

Allora leggi qui:

https://studioisola.wordpress.com/2015/08/28/perche-se-devi-vendere-casa-non-devi-affidarti-ad-un-costoso-apriporta/

Chiarito questo, ti ricordo che una buona vendita, si differenzia da una, vendita, nella misura delle migliaia di euro.

Il bello del mercato delle case, è che è libero. Non c’è un listino prezzi a cui attenersi.

Ovvero, puoi riuscire a spuntare il massimo da ciò che richiederai o solo venderla al minimo che il tuo acquirente è disposto a spendere.

E per la mole delle cifre in gioco, sono, molti molti soldi.

E’ giunto il momento di prenderti quel tempo che ti sei guadagnato con fatica e toglierti un fardello inutile ed insidioso come la vendita di una casa.

E dedicarti davvero a ciò che più conta.

Perché sono sicuro che c’è.

Anche solo, fosse un po’ di riposo in più.

Ovidio lo sapeva bene:

Riposati ogni tanto; un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante.

Se ancora credi che non esista un servizio conveniente, nella professione che svolgo ed in ciò che ti sto descrivendo, mettimi alla prova.

Ti dimostrerò che rivolgerti ad un professionista, in ogni campo, fa la differenza.

Contattaci ora per una valutazione gratuita e per ottenere il 50% di vantaggio economico (oltre al tempo guadagnato…) che faremo a chi ci contatterà dopo aver letto questo articolo!

Non perdere altro tempo!

TI PREGO, NON MI DIRE CHE LA VUOI DARE A TUTTI!

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Immagino che anche tu, come il sottoscritto e come la maggioranza delle persone sane di mente, se reputi qualcosa, veramente preziosa, la tratterai di conseguenza.

Vi è mai capitato che un bel giorno vi mostrassero quell’orologio antico che il vostro bisnonno teneva sempre nel taschino? O l’anello di fidanzamento della bisnonna che si tramanda ormai di generazione in generazione?

Vi è rimasto particolarmente impresso in che modo si svolge questo rito?

Avete anche fatto caso al modo in cui viene preparato questo evento da parte di chi vi mostra l’oggetto?

Vi è qualcosa di magico.

Di norma l’oggetto è tenuto in un luogo segreto, o comunque a cui voi non avete mai dato importanza o prestato attenzione.

Anche il modo in cui viene tenuto in mano da chi ve lo porge è unico.

E’ un cimelio. E’ IL cimelio.clock-623168_640

Probabilmente è conservato molto bene. In una custodia inequivocabile.

Cioè, già dal contenitore si capisce che non è un oggetto comune.

C’è una sorta di sacralità.

Spesso mentre vi viene raccontato l’aneddoto su quell’oggetto o la storia in cui vi si dice quando cominciò ad essere utilizzato, o il perché viene custodito o ritenuto “particolare”, il tempo sembra fermarsi.

Inoltre probabilmente, se in quell’istante esatto osserverete gli occhi di chi vi mostra questo oggetto eccezionale, avrete la netta sensazione che qualunque parola detta possa essere suwedding-812967_640perflua.

Eppure quest’oggetto è un predestinato. E’ predestinato ad essere ceduto.

Nell’esatto momento in cui diverrà tuo, saprai che dovrai a tua volta lasciarlo andare.

Questo è ciò che avviene quando si ha a che fare con un oggetto per noi particolarmente caro perché ricco di significato.

Così, con le ovvie e dovute proporzioni, è la nostra casa.

La casa è un bene prezioso.

E non parlo del valore economico del bene, che comunque con molta probabilità è per la maggioranza delle persone, l’oggetto dal più alto valore venale che si troveranno a possedere nella propria vita.

Ma mi riferisco invece, al suo valore intrinseco e più profondo.

Raccolgo queste certezze ogni santo giorno del mio lavoro.

Ogni volta che vedo un appartamento, al fine di effettuare una valutazione che ne individui il valore commerciale, quando parlo col proprietario di quell’immobile, dove forse ha vissuto da piccolo e dove sono rimasti i suoi genitori fino alla fine dei loro giorni o dove è cominciata la storia della sua attuale famiglia, dove sono nati i suoi figli oppure quel piccolo monolocale dove ha passato intere notti a studiare per la laurea, ogni volta, all’inizio del confronto, non partiamo mai dallo stesso punto.

Ed è sacrosanto che sia giusto così!

Io effettuo quella che è una stima matematica. Un’operazione fredda.

Rilevazione del venduto, comparazione del mercato, valori al mq, parametri che si aggiungono o si tolgono (piano, esposizione, presenza o assenza di servizi condominiali come l’ascensore, ecc.).

Il proprietario, ci mette qualcosa in più su quel piatto. Qualcosa di unico. Qualcosa che solo lui può metterci.

Non potrà eliminare dalla sua mente il sacrificio economico, fatto anni addietro per acquistarla e per sistemarla e le attenzioni che avrà avuto nell’arredarla per adattarla alle esigenze sue o della propria famiglia.

Forse, come dicevamo prima, in questa casa ci saranno nati i suoi figli.

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Già. E’ proprio lì! A lato di quel letto matrimoniale che hai messo la culla.

E’ in quella stanza che le prime notti si è dormito (per modo di dire), insieme. E poi è da quell’armadio che sceglievamo i primi vestitini. E’ mettendoli nel lettino di quella cameretta che tutte le sere abbiamo loro letto un racconto.

Quegli stessi letti da cui ogni santa mattina, si doveva tirarli giù! E Dio solo sa, che fatica e quanta pazienza!

E lo stress delle corse per accompagnarli a scuola in orario!

E proprio nell’angolo di quella stanza, o magari in una stanza “sbagliata”, come forse la cucina, oppure nell’ingresso o in mezzo al salotto, non potremo guardare, senza immaginare di vedere ancora i loro giochi per terra.

E’ in questa cameretta che hanno studiato e sono cresciuti.

Ed è qui, in questa casa, che loro o magari noi, alla loro età, abbiamo ascoltato la “nostra” musica.

Aspettando la citofonata di un amico o di una amica… e le attese nostre o dei nostri genitori per le notti in cui si usciva.

E se siamo genitori, proprio guardando da quella finestra, che non ha una gran vista in realtà, ci vedremo molto di più. Perché è lì che noi guardando, riponevamo la nostra ansia e la speranza che ritornassero sani e salvi.

Oppure se eravamo noi a tornare, quante volte abbiamo buttato l’occhio su per vedere se i nostri erano svegli? Se la luce era ancora accesa?

Ed intanto, nell’attesa, proprio da quella cucina, proveniva forte l’odore del caffè o del te, compagno di quelle notti.

Quella cucina che ne ha viste.

Dalle cene frugali delle giornate terminate tardi per lavoro, ai pranzi in famiglia.

Magari qualche ricorrenza. Qualche Natale.

Forse quel piccolo segno sul pavimento ci ricorda anche qualche discussione. Quella volta che alla mamma parti il piatto…

Sul divano del soggiorno, tutt’altro che di design ormai, ci sarà forse l’impronta del nostro fidato cane o del nostro amato gatto, che qualcuno si premurava anche di mandare giù… ma in nostra assenza ritornava di soppiatto.

Per non parlare del profumo del ragù o dell’arrosto cucinato dalla mamma che pervadeva il nostro olfatto (e quello di qualche vicino invidioso…) salendo su per le scale, magari la Domenica a pranzo tornando dalla partita o dalla piscina.

Insomma, credo di avere reso perfettamente l’idea.

Ma ciò che è avvenuto in quella casa, quella sua storia unica per ognuno di noi, non può, non incidere, sulla considerazione di chi ci è vissuto dentro quell’oggetto.

Perché di oggetto si tratta.

Ma mai nessuno lo considera realmente tale. E’ troppo riduttivo.

Eppure sono sicuro di non azzardare, se affermo che ciò che avviene in gran parte all’interno delle nostre case, è la nostra VITA.

Ebbene, ora abbiamo preso una decisione importante in merito a questo bene così prezioso. Abbiamo infine deciso di venderla questa casa. Per mille motivi.

Perché con un bambino in più e il cane e il gatto proprio non ci si sta.

Oppure perché i nostri figli son cresciuti e sono usciti e tutti quei metri da pulire e quelle spese da gestire…

E chissà che altro.

Certo, terremo sempre stretti con noi i nostri ricordi.

Riusciremo a visualizzare ogni attimo vissuto lì anche dopo aver preso LA decisione.

Una di quelle più importanti della nostra vita.

E quindi, dopo aver deciso un SI’ ad una domanda così difficile e ricca di implicazioni, hai il lampo di genio!

Quale?

Decidi di affidarti a quante più agenzie immobiliari possibili, perchè “più ce n’è meglio è”, e dopo averlo fatto, non ricordi neanche più con quante agenzie hai parlato ed a quanti hai detto di occuparsene.

Oppure lo hai fatto perchè dopo aver messo l’inserzione ti hanno chiamato in mille e tu di dire sempre di no non ne hai più la forza e per sfinimento ti ritrovi in questo marasma.

Di solito, quando mi capita di parlare con questi proprietari, se va bene, mi dicono: “guardi sono già in cinque o sei ad occuparsene (e già mi dico: ma come? O cinque o sei!) ed ovviamente è superfluo dire che non ricordano neppure i nomi né delle agenzie né di questi individui.

Il problema è che poi queste agenzie partiranno in quarta. Come cavalli ai blocchi di partenza dopo lo sparo!

E cominceranno a chiamarvi per dirvi di questo o di quell’appuntamento. E dovrete gestire l’eventualità che non si sovrappongano. E se ve lo disdiranno, potrà succedervi che non saprete più, chi ha fatto cosa.

Credetemi, non è un’esagerazione. Sono situazioni che vedo tutti i giorni.

Il problema è che in questo modo state trattando quell’oggetto prezioso, come se fosse qualcosa da dar via in fretta. Come se fosse qualcosa da svendere. Perché l’importante è che arrivi qualcuno che se la prenda. E presto.

“No! Lo scopo non è quello!” “No io non ho fretta e non svendo!”

Mi sembra quasi di sentirla questa voce.

Ci mancherebbe altro dico io!

E già perché nessuno si sognerebbe di mettere in vendita il proprio appartamento (quello dove è accaduto tutto ciò di cui abbiamo parlato prima, ricordate?) scrivendo un annuncio che evidenzi la particolare fretta di realizzare, per un bisogno specifico qualunque (in realtà mi sono imbattuto in annunci simili, ma in fondo c’è anche chi si suicida nel mondo… oppure di solito, c’è sotto qualcosa).

Il vero problema qui infatti, non è ciò che si dice, ma ciò che traspare inevitabilmente.

Come al solito i fatti valgono molto più di mille, belle, parole.

Perché poi le varie agenzie incaricate, avranno di che sbizzarrirsi nel descrivere il vostro appartamento, elogiandone tutte le caratteristiche. E lo faranno proprio tutte. Chi bene, chi male…

Poi nel mucchio ci sarà chi scrive una cosa in contrasto con quella scritta da un altro, magari ci sarà il furbo che toglierà 500 euro al prezzo per far passare il suo annuncio davanti agli altri o per dimostrare di essere il più conveniente.

E ci sarà colui che aggiungerà qualche metro in più, per dimostrare non solo la convenienza ma il rapporto qualità “mq/prezzo richiesto”.

Insomma con tutto questo aggiungere o togliere nel sacro nome della “convenienza”, sapete di chi sarà quella convenienza?

Indovinato!

Inoltre otterrete di certo due effetti.

Il primo:

LO STORDIMENTO

Confonderete le idee, di chi sta cercando magari proprio una casa come la vostra.

Ma che non la sceglierà per diffidenza. Troppe informazioni e magari anche lievemente contrastanti fanno suscitare dei dubbi.

A voi non mai è capitato di non vederci chiaro in qualcosa e per tagliare la testa al toro, allontanarvi lasciando perdere e basta?

La fuga è una delle prime reazioni umane. E’ un comportamento ancestrale. E’ innato nell’uomo dalla notte dei tempi. L’evoluzione ce l’ha conservata. E funziona spesso meglio di altri istinti!

Oppure otterrete l’altro effetto, il peggiore.

Quello che io chiamo:

“L’EFFETTO VOLANTINO”

L’effetto volantino è subdolo, chi lo crea, nel 99% dei casi, non si rende conto di farlo. E quando si è creato, ormai, è troppo tardi per tornare indietro.

Sarà capitato anche a voi di ricevere periodicamente nella vostra cassetta postale, dei dépliant pubblicitari di questa o quella catena di Ipermercati o Supermercati, e fare un confronto su di un prodotto specifico, per vedere dove costa meno?

Ecco, il meccanismo è lo stesso.

Immaginate un potenziale acquirente.

Che non è detto siano tutti coloro che vengono a vedere la vostra casa.

Ma tra di essi c’è.

Questa persona, si è preparata. Perché realmente è alla ricerca di una soluzione.

Perché il processo decisionale dell’acquisto, si è già formato nella sua mente.

Le barriere mentali e gli ostacoli pratici, sono stati affrontati, risolti e superati.

Ora è pronto.

E questa persona, si è appunto come detto prima, preparata, guardando annunci immobiliari su annunci immobiliari. Setacciando dai portali più famosi, fino ai siti più disparati.

E poi si imbatte nell’inserzione del vostro appartamento…

Si imbatte una volta…, si imbatte due volte…, si imbatte tre volte…, quattro volte…

Ma non è sempre lo stesso annuncio.

Una volta è quello dell’Agenzia Verde Chiaro, l’altra è quello dell’Agenzia Verde Scuro, l’altra ancora è l’Agenzia Viola, poi l’Agenzia Rossa e a seguire…

Ma non è come gli altri! Questa persona non scappa.

E’ un Sapiens Sapiens impavido!

Balzana, gli spunta un’idea!

Comincia pazientemente a contattare tutte le agenzie che lo trattano e, soprattutto se rileva che non è nemmeno posizionato al prezzo corretto di mercato (perchè sì! chi cerca casa ed è pronto ad acquistare sa già a che prezzo, dovrà e sarà giusto, farlo. E’ PREPARATO! E consapevole più del venditore. No! Non esiste l’amatore!) non avrà nemmeno fretta, perchè con ogni probabilità sa che lo troverà ancora lì il giorno dopo.

E farà tutto ciò solo ad uno scopo: cercherà di capire dove potrà spuntare le condizioni a lui migliori.

Che dite, lo potete biasimare?

Dite la verità. Non sembra più una mossa così intelligente, vero?

Poi, per carità, forse la vostra casa, anzi probabilmente, anche per un fattore di probabilità, la venderete anche.

Ma il rischio concreto che non otterrete il miglior risultato possibile, è veramente elevato.

Io un consiglio finale ve lo do.

E prima che qualcuno mi faccia scoprire l’acqua calda, scrivendomelo; certo che in parte è interessato! E’ la mia professione!

Ma è anche la realtà.

Sceglietevi un agente immobiliare. Uno bravo. Uno che intanto abbia i requisiti per legge.

L’agente immobiliare deve essere abilitato a svolgere la sua professione. Ha un iscrizione in camera di commercio. Lo può provare con un tesserino. Evitate come la peste gli improvvisati. Quelli che vi dicono: “ma se vuoi sento un po’ io, metto in giro la voce, ti porto qualcuno…”

Scegliete qualcuno che nella promozione e nelle intenzioni, faccia il vostro interesse.

Qualcuno che abbia gli strumenti giusti per arrivare a pubblicizzare al meglio il vostro appartamento.

Qualcuno che sappia valorizzare la vostra casa, così come fareste voi.

Qualcuno che soprattutto, sia discreto nel trattare le vostre informazioni con degli sconosciuti.

Apro una parentesi sulla discrezione.

In realtà non si tratta di non fornire l’indirizzo esatto dell’immobile ad una telefonata (quello spesso viene fatto per nascondere agli agenti disonesti che chiamano i concorrenti fingendosi clienti interessatissimi, un’informazione che li potrebbe portare a scoprire il proprietario per poi scavalcare il collega).

No. Parlo della discrezione su informazioni personali.

Non avete idea di quanto girano le informazioni quando sono in mano a troppi in modo incontrollato.

Sovente mi è capitato il cliente, che venendo a vedere un appartamento con noi, mi guarda e mi dice: “Aspetti, in via Ratti 3? Non sarà mica la casa di quella signora che vive con la zia perchè ha litigato con la vicina dove abitava prima e ora non si possono vedere? Quella che ha il figlio che ha la bicicletta rossa appoggiata sempre alla ringhiera. Quella che…” e così via…

Se vuoi che il tuo “prezioso bene” venga trattato nel giusto modo, non dovrai permettere che ci mettano le mani tutti indiscriminatamente.

Noi quando riceviamo incarico dai nostri clienti di promuovere l’appartamento, chiediamo sì l’esclusiva. Perché così facendo possiamo vedere l’andamento della promozione che stiamo facendo. Permettendoci di misurarne l’efficacia. E capire se il bersaglio è alla giusta portata o c’è da raddrizzare la mira.

La conoscenza è potere.

E sapere quanti visitatori totali ha un annuncio o quante persone chiamano e quello che esattamente dicono è un vantaggio.

Perchè frammentare e disperdere queste preziose informazioni per nulla?

Alla fine non è tanto differente che volere la botte piena e la moglie ubriaca…

Per la paura di fidarci di qualcuno, si finisce coll’affidarsi a tutti…

E sembrerà una cosa da poco. Non ci impegnerà con nessuno vero. Ma a discapito di altri rischi.

Noi ad esempio non siamo per i contratti capestro.

Perchè conosciamo perfettamente, la paura del firmare qualcosa che poi solo pagando puoi annullare.

I clienti che si affidano a noi, sanno che lo scopo e di fargli raggiungere nel modo migliore possibile l’obiettivo prefissato.

Senza fronzoli.

Non ci guadagniamo nulla a tenere una casa in pubblicità.

A che può mai servire un incarico di sei mesi (!) o addirittura un anno (!!).

I nostri clienti sono ben felici di darci il loro appartamento, il loro bene prezioso, perchè sanno senza alcun dubbio, che se anche solo decidessero un’ora dopo di disdire tutto per qualsiasi motivo, lo potranno fare liberamente senza costi o penali assurde!

Scegli di essere SEMPRE il proprietario di casa tua.

Non farti appioppare un foglio che si trasforma in un guinzaglio o in un paio di manette.

Hai paura che un’agenzia sia poca?

Fantastico!

Anche noi.

Infatti, siamo ben felici di collaborare con altri professionisti accreditati. In questo modo risolviamo per te un’altra questione.

Quali professionisti scegliere e come?

Per nostro stesso ovvio e palese interesse, scegliamo i colleghi con cui collaborare, in modo da selezionare quelli più professionali e più performanti. Evitando quelli che si improvvisano e che non sono mediatori nel senso reale del termine. Che ti assicuro sono ancora troppi purtroppo e spesso si nascondono anche dietro ai marchi ritenuti più affidabili…

E così facendo, amplieremo il bacino d’utenza a cui rivolgerci. Potendo rivolgerci anche ai clienti fidelizzati di quei colleghi, seri professionisti.

Perché siamo i primi a pensare che l’unione fa la forza.

E per ultimo, ma non per importanza, avrete un unico referente da gestire, che prenderà a cura tutto ciò che gli direte e che gestirà le informazioni in modo univoco.

Darà lui le direttive ai colleghi fidati su cosa scrivere e dirà loro dove e come pubblicizzare l’immobile.

Senza sovrapporsi.

E quindi per concludere,

NON – DATELA – A – TUTTI!

E’ la vostra casa. E’ la vostra vita.

Merita di più.

Che ne dite?handshake-733239_640

Se vuoi conoscere nel dettaglio quanto consideriamo primarie le esigenze dei nostri clienti che decidono di vendere la propria casa, senza alcun impegno REALE, affidandosi a noi, contattaci!

Scrivici un messaggio qui:

A presto!

SE DOVETE COMPRARE UNA CASA, FATE COME IL SIGNOR WANG!

Visitare un appartamento che si è selezionato da una lista di annunci o in seguito ad aver visto il cartello sul portone, parrebbe essere una cosa semplice.

Ed in realtà lo è.

Solo che, come già detto più volte ormai, là fuori c’è sempre qualcuno che si diverte a metterci degli ostacoli davanti.

Quindi, dato per assunto che già al momento di fissare l’appuntamento vi siate fatti dire anche ciò che nell’annuncio non era scritto, siete finalmente arrivati all’uscio della vostra potenziale nuova casa.

Cosa DOVETE guardare?

Tralascerò volutamente la parte profondamente emotiva della situazione. Ovvero, si narra che se entri in una casa e provi delle sensazioni fortemente positive o rassicuranti, sia quella giusta. Amore a prima vista, lo si chiama in altro ambito.

E spesso e volentieri è effettivamente così.

La familiarità che si instaura con la casa giusta, la si avverte molto velocemente.

Però…

C’è sempre un però.

Anche gli amori a prima vista finiscono. Di frequente infatti, dopo una storia di fervente passione, arriva la cocente delusione.

Perché la prima vista del vostro “amore”, tralascia sempre gli aspetti pratici della convivenza o del rapporto di coppia.

Ciò può avvenire, molto più facilmente, anche quando rimanete abbagliati dalla casa – che credevate – dei vostri sogni.

Perché, anche se è vero che difronte a vizi e difetti occulti la legge è dalla vostra, è vero che ciò vale, se si riesce a dimostrare che tale difetto è stato tenuto volutamente nascosto o si è palesato da un dato momento in poi dopo l’acquisto e non poteva essere rilevato prima.

Così recita infatti l’Art. 1497 del Codice Civile: “Quando la cosa venduta non ha le qualità promesse ovvero quelle essenziali per l’uso a cui è destinata, il compratore ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi.”

Vi sono però molte situazioni in cui questa tutela non può essere applicata.

Ad esempio, la scarsa luminosità dei locali, l’esposizione infelice, i servizi condominiali insoddisfacenti.

Ciò che voi acquistate, lo fate indicando in qualsiasi contratto che sottoscriverete, che lo fate dopo aver “visto e gradito”.

Questa è la formula che sancisce la vostra decisione.

Quindi andate poi a dire al venditore che non avevate visto qualcosa che non vi è stato nascosto…

L’unica soluzione a questo punto, è imparare a vedere ciò che a prima vista non è possibile vedere.

La prima cosa da fare, lo so, sembrerà stupido dirlo, ma vi assicuro che mi è successo un numero significativo di volte, è, se non viene fatto dalla proprietà, o dall’incaricato alla visita, farvi aprire le finestre.

E non pensiate che sia una buona idea farlo, solo quando vi è la luce del sole.

Dio solo sa, cosa si cela dietro quella finestra!

Credetemi, mi è capitato alcune volte di assistere alla scena in cui il proprietario, o l’incaricato (quando sono stato anch’io cliente…) non fa nessun cenno di tirare su le tapparelle o aprire le persiane.

Partiamo subito col dire che anche se viene fatto in buona fede, è una cosa sbagliatissima!

Le sensazioni che si rafforzano, anche inconsapevolmente, in chi viene a visitare l’immobile, è che ci sia qualcosa da nascondere o che non debba essere visto.

La cosa comunque più triste è che spesso ciò, non viene dimenticato o fatto in buona fede, ma realmente per nascondere un affaccio infelice o l’odore che fuoriesce dalla cucina del ristorante etnico sotto di noi, o la vista sulla tangenziale o chissà che altro “segreto”…

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Impareggiabile vista su verdeggianti colline…

E provate poi a dire al giudice che il vizio era occulto…

Sento già le risate…

Un’altra cosa da fare assolutamente, è chiedere o verificare di persona, qual’è l’esposizione dell’immobile. Verso quale punto cardinale affaccia la cucina? E la camera? E sopra o sotto, cosa c’è?

Queste cose, saranno utili, non per i vostri riti propiziatori, ma semplicemente perché potrete così individuare le criticità intrinseche dell’immobile stesso.

Non illudetevi. Non esistono immobili privi di difetti. Tutte le case hanno dei punti deboli.

La cosa saggia però, è individuarli e quantificare cosa comporterà in termini di denaro e tempo, risolverli o limitarli affinché non rovinino la nostra permanenza nella casa.

Una parete a nord in uno stabile con una facciata non modernamente coibentata, potrà essere a rischio umidità.

Una casa all’ottavo piano, unicamente esposta a ovest, nei mesi più caldi, avrà le pareti letteralmente bollenti anche alle undici di sera.

Se sotto all’appartamento non vi è un altra abitazione, ma un porticato o uno spazio non riscaldato, l’appartamento sarà con molta probabilità il più freddo dell’intero stabile, ecc.

Oltre a ciò, sarebbe buona norma chiedere o poter verificare di persona, il funzionamento dell’impianto idraulico.

Vi giuro, non lo fa quasi nessuno. In vent’anni solo un paio di clienti me lo hanno chiesto esplicitamente.

E’ vero che se c’è un problema di questo tipo potrebbe rientrare nei vizi occulti (ma si tratta anche qui di convincere il giudice che non “potevamo” verificare il funzionamento dell’impianto… e potrebbe essere utile a questo punto avere un documento in cui viene scritto che abbiamo chiesto di aprire i rubinetti e ci è stato impedito dal proprietario…).

Ad ogni modo, anche se abbiamo il miglior principe del foro a nostra disposizione, non sarebbe meglio evitare l’estenuante esperienza di un’azione legale perché non abbiamo girato un rubinetto?

Un indicazione importante dei punti deboli della casa, la da sicuramente anche un documento che viene ad oggi sottovalutato dai più: la certificazione energetica o “Attestato di Prestazione Energetica (APE ex ACE) dell’immobile.

Questo certificato contiene un numero importante, perché in quel numero, ci è detto molto chiaramente quanto “consuma” la casa in questione. E’ l’ IPE. E serve a classificare in una scala da A++ a G, dove si pone l’appartamento oggetto del nostro interesse.

Aggiungerei anche intanto, che se la classe è G, può andare da 175 a infinito…

Innanzi tutto dovremmo considerare che se andiamo a visitare una casa usata, costruita più di 5 o 6 anni fa, molto probabilmente (in proporzione a quanto più ci si allontana dal 2015), non avremo l’eccellenza in tale caratteristica.

Ma avremo sicuramente un’idea di massima, di quale migliorie questa casa potrà necessitare.

Queste sono cose importanti da “guardare” quando si visita un immobile.

Ma ovviamente non solo.

Ricordate sempre che ci sono anche delle cose che forse, né il proprietario, né l’agente incaricato dal proprietario realmente sanno. Forse la casa è vuota da parecchi anni e quel ristorante sotto casa è stato aperto l’anno scorso.

Un’ottima mossa è tornare a visitare la casa in orari diversi ed anche passare davanti al palazzo, nel week end o in serata, o anche nelle ore più tarde.

Scoprirete magari delle cose che non avevate nemmeno considerato all’inizio della vostra ricerca.

Forse siete sorpresi che un agente immobiliare vi dica come scoprire gli altarini.

Ci credo, perché spesso siamo visti anche così. Come quelli che coprono le magagne al fine di vendere…

E la cosa mortificante (almeno dal mio punto di vista) è che mi è capitato di parlare con dei proprietari, che volevano vendere il loro immobile tramite agenzia, perché riconoscevano nella funzione professionale della stessa, la capacità di dire menzogne o mezze verità o di tacere dei difetti ai potenziali interessati.

La cosa ancor più mortificante è che tale deviata convinzione, la hanno avuta anche alcuni clienti che sono dall’altra parte della barricata.

Una volta un signore mi disse testuali parole con una approccio amichevole e sereno: “Va bene signor Pensa, ora, so che lei deve vendere ed alcune cose le avrà accuratamente evitate o addolcite, ma a quanto verrà via questa casa?”

Vi assicuro che sono rimasto senza parole e non ho saputo nemmeno controbattere a quell’assurda affermazione.

Ero basito, perché il cliente accettava a priori, di avere a che fare con un imbonitore o peggio un ciarlatano (non nella mia persona ma nella considerazione della professione di cui faccio parte) e gli andava bene così!

Pazzesco.

Quindi per concludere e come ho accennato nel titolo, fate come il mio cliente Wang, non abbiate paura di chiedere. Anche cose magari non comuni, ma per voi importanti.

Il cliente di cui vi sto raccontando, vide un appartamento che gli piacque. Ma aveva una grande necessità.

E’ un giornalista, ed aveva l’esigenza personale di trovare un appartamento estremamente silenzioso per potersi concentrare e scrivere i suoi articoli, soprattutto nelle ore serali e notturne.

La silenziosità era il requisito fondamentale, incideva per almeno il 70% sulla casa da scegliere.

Mi chiese se era possibile visitare l’appartamento intorno a mezzanotte.

Comprendendo la reale necessità, accettai di accompagnarlo a rivedere l’appartamento in tarda ora (l’appartamento era vuoto ed avvisammo la proprietà, in modo da non destare sospetti nel condominio per l’insolito appuntamento).

La sua preoccupazione scaturiva dalla preoccupante vicinanza dei binari del tram.

Ci fermammo all’interno dell’appartamento per il tempo necessario al passaggio di tre tram (il primo, il signor Wang, non lo sentì proprio, dovetti farglielo notare io…)

La paura del signor Wang, fu sconfitta e… vincemmo tutti e tre!

Non dico che dovete cominciare a girare per case di notte eh!

Anche se un’agenzia immobiliare notturna potrebbe essere un’ottima variante commerciale!

Ma semplicemente che se avete un dubbio su una casa che vi piace ed è per voi fondamentale sapere una determinata cosa, prima di firmare qualunque cosa, che vi impegnerà irrimediabilmente, chiedete e chiedete con prova.

Un vero professionista immobiliare, sarà ben felice di farvi prendere una delle decisioni più importanti della vostra vita a cuore più leggero.

Un’ultima cosa. C’è una domanda che spesso mi fanno, ma che personalmente ritengo piuttosto inutile.

La domanda è: “chi sono i vicini?” Ed è una domanda che spesso sottintende “I vicini sono brava gente?” “Vive un serial killer sul mio stesso pianerottolo?” “Vi sono dei trapezisti circensi al piano di sopra?”

Ora, al di là che non conosco proprio tutto il condominio quando ho in vendita un appartamento, vige una considerazione basilare per cui questa domanda non è corretta.

Ed è che il vicino, simpatico o antipatico che sia, è un individuo che può trasferirsi da dov’è, il giorno dopo la vostra visita o tra vent’anni. Magari sta cercando casa proprio come voi…

Ad ogni modo, qualunque sia la risposta che avrete, sarà dal futuro incerto.

Ovvero se si conosce oggi la risposta, non avrete alcuna certezza che domani sia la stessa.

Non mi resta che augurarvi: Buona visione!

Ricordate sempre che se volete commentare o scriverci una vostra esperienza in merito all’argomento, è ben accetta!

E se vi fa piacere leggere il nostro blog, iscrivetevi in modo da essere avvisati all’uscita di un nuovo argomento!

Volete cercare il vostro appartamento a Milano in zona Isola o adiacenze con noi?

Lasciateci i vostri recapiti qui sotto per essere contattati da un nostro incaricato che raccoglierà dettagliatamente la vostra richiesta:

N.B.

I vostri dati di contatto per noi sono sacri, nel rispetto della legge sulla Privacy, non verranno divulgati in nessun modo, ma verranno utilizzati solo per soddisfare la vostra stretta esigenza.

SCOPRI COME ANDARE A VEDERE UNA CASA PUÒ TRASFORMARSI IN UN’ESPERIENZA INFELICE!

Andare a vedere una casa a seguito di una selezione da parte nostra, di vari annunci pubblicizzati qui e là, dovrebbe essere una cosa abbastanza semplice e lineare.

Dovrebbe…

Perché in realtà, può diventare un’esperienza pessima. Ed anche se possiamo dirci che le brutte esperienze ci fanno crescere, possiamo altrettanto dire che se evitassimo di perdere del tempo, sempre più prezioso, saremmo sicuramente più felici.

Quindi, se abbiamo trovato degli annunci che hanno mosso la nostra curiosità, ed abbiamo deciso di andare a vedere quelle case, sappiate prima ciò che vi sto per dire.

PUBBLICITÀ’

Le inserzioni immobiliari sono come la pubblicità. Anzi, sono pura pubblicità. Se fatte bene, ottengono anche un buon riscontro nel catturare l’attenzione di chi legge.

Avete mai comprato un prodotto perché convinti delle sue proprietà eccezionali elencate nello spot?

Sicuramente nell’arco della vostra esperienza di vita vissuta avrete avuto anche delle delusioni.

Se siete nati o cresciuti negli anni ’70’ o ’80, ricorderete questo tipo di pubblicità:

occhialiraggiX

Non c’era internet per fortuna! E molti di noi non potevano accedere alle risorse economiche di famiglia per fare acquisti in contrassegno.

E come lo giustificavi ai tuoi quando il portiere gli consegnava il pacco degli occhiali ai raggi X per te?

Però sono certo che molti ragazzini, come ai tempi anche chi sta scrivendo, avranno fantasticato sul possedere oggetti da agente segreto o dalle sensazionali capacità tecnologiche.

Chi poi fu così impavido e coraggioso da rischiare, scoprì ben presto che ad esempio i famosi occhiali magici, non erano altro che questi:

occhiali raggi x verita

Gli occhiali c’erano, ma erano uno scherzo.

Peccato che l’inserzionista si era dimenticato di scriverlo. Alcune varianti prevedevano l’utilizzo di scritte “ridere ridere ridere” affianco all’immagine o appunto il riferimento alle “visioni insospettate”. Eh già.

Insomma, le aspettative del timido adolescente venivano sgretolate brutalmente.

Ogni forma di pubblicità, non vi racconta MAI la verità. O più precisamente, ometterà sempre qualche dettaglio o particolare.

Così in ambito immobiliare, non troverete mai: “Splendida vista sul muro di fronte, distante due metri” oppure: “Venite a sentire con le vostre orecchie a quanti decibel passa il treno sotto la finestra!”.

Piuttosto troverete, nel primo caso: “Molto tranquillo e riservato”, e nel secondo: “Comodissimo con la stazione!”

Quindi la regola è: se sapete cosa non volete assolutamente, ditelo perentoriamente al vostro interlocutore, affinché non vi faccia perdere tempo.

E’ assurdo dal mio punto di vista, ma ci sono ancora degli operatori immobiliari che tentano fino in fondo di non dirvi il piano di un determinato immobile o se vi è l’ascensore o meno.

Perché secondo loro, se arriva la nonnina di turno, riusciranno senza problemi a venderle quel quinto piano senza ascensore in casa d’epoca (i soffitti sono molto più alti…)

Quindi, STANATE l’infida tecnica di vendita (che poi vendita non sarà mai, altrimenti parliamo di circonvenzione di incapace…) e vi risparmierete un sacco di tempo e scocciature annesse.

E’ mia abitudine e dovrebbe essere quella di ogni agente immobiliare che si rispetti, fornire quante più indicazioni possibili a riguardo degli immobili che pubblicizziamo.

Quindi anche quando chiama il cliente che taglia corto e che mi dice: “Voglio vedere il tale appartamento!”, Io rispondo sempre nei casi particolari: “Ha visto che non è presente l’ascensore?” oppure “Sì, certo. Ha letto che è un piano rialzato?” ecc. ecc.

Vero che molte volte mi dicono “Ah no, non avevo visto” (e anche qui ce ne sarebbe da dire…), ma diciamo che magari non è un informazione evidente.

Mi pare di averlo già affrontato in un altro post, ma lo ripeto, ci sono portali che se al momento dell’inserimento dell’annuncio si compila il form indicando che non c’è l’ascensore, quando l’annuncio viene pubblicato, la voce “ascensore: sì”, sparisce del tutto. Che dite? E’ una mancanza voluta?

Certo, ai distratti o agli ingannati, passerà la voglia di vedere quello specifico appartamento, ma solo se quella caratteristica è per lui fondamentale.

Io la paura dell’agente immobiliare che non riesce a fare vedere l’appartamento non la capisco proprio.

Cos’è? Hai preso l’immobile ad un prezzo proibitivo per averlo a tutti i costi ed accontentare il proprietario, che ora non sai cosa dirgli se non ci porti nessuno? E quindi ci vado di mezzo io che di tempo ne ho ben poco! E forse ho anche dovuto prendere dei permessi o spostare impegni importanti, anche solo per stare con la mia famiglia, perché tu devi far vedere a quell’illuso che crede di trovare un pollo da spennare nel mercato immobiliare attuale, che stai facendo vedere l’appartamento?

Spero tu smetta di fare questo lavoro. Sinceramente!

Quindi, lo ripeto:

Fate quante più domande possibili.

Accertatevi sul piano, sulla metratura indicata, sul prezzo esatto e su cosa comprende. Sull’ammontare delle spese condominiali e su tutte quelle caratteristiche che magari vi hanno allettato. Un professionista serio, non sarà scocciato, anzi, sarà felice di non perdere, ma soprattutto di non farvi perdere, del tempo.

Poi c’è la visita. E la prossima volta vi dirò cosa è utile chiedere durante la visita e cosa è inutile.

Stay Tuned!

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PERCHÉ, SE DEVI VENDERE CASA, NON DEVI AFFIDARTI AD UN COSTOSO APRIPORTA!

Eh sì! Perchè ormai lo sanno tutti come solitamente vengono considerate le agenzie immobiliari: dei semplici “apriporta”. E per di più costosi.

Quest’alta concezione… …che la mia professione ha conquistato nel tempo (sigh!), ha sicuramente delle motivazioni valide.

Spesso, l’agenzia immobiliare è vista da molti come “quei ragazzini montati, che girano in giacca e cravatta, dove spesso misuri il loro ego dalla grandezza del nodo di quest’ultima, che di case proprio non ne sanno nulla, ma sanno benissimo quanti soldi spillarti”.

L’avete già sentito vero? O probabilmente l’avrete anche pensato.

E come dare torto a questa immagine forte?

nodo cravatta

Questa immagine ha solidificato le sue basi in modo persistente, tra gli anni ’90 e lo scorso decennio.

In quel preciso periodo, il mercato immobiliare italiano è stato dominato dai franchising.

Che se in parte è vero che hanno capillarizzato il servizio, suddividendo il territorio in un numero sempre maggiore di agenzie, dall’altro lato è anche vero che queste agenzie in qualche modo andavano riempite…

E non si acquisisce la professionalità e la competenza semplicemente attaccandosi un adesivo famoso in fronte.

So che mi attirerò le ire di qualcuno che di quel mondo fa ancora parte. Ma è ovvio che in tutte le cose ci si possa trovare anche del buono.

Il successo dei franchising immobiliari, è stato notevole, soprattutto perchè in quegli anni vi era un vuoto nel settore, da colmare. Ed è doveroso anche dire, che, quelli più seri, hanno dedicato ai loro affiliati un’attività di formazione per addestrare il personale che lavorava all’interno delle agenzie.

Ma venendo da quel mondo, posso affermare senza paura di essere smentito, che se poi non c’è la volontà personale di essere competenti e non ci si applica per mettere in pratica i concetti imparati, allora il marchio te lo puoi anche mettere….

Credo non serva terminare il concetto.

E quindi nel tempo alcuni si formavano e anche bene, ma ciò che sicuramente facevano tutti, quelli bravi e quelli meno, è stato vestirsi con i cravattoni.

Soprattutto in quegli anni il settore della mediazione, ha attirato le attenzioni di chi pensava di aver trovato un modo facile per fare soldi. Questo a discapito dell’onestà intellettuale di chi per definizione deve essere super-partes, chi deve essere imparziale. La famosa deontologia professionale che non si fila più nessuno…

Spesso e volentieri ho incrociato dei “colleghi” (ci ho messo 10 secondi a digitarlo… ho dovuto violentare le mie dita) che non erano dei mediatori.

La definizione corretta data dal nostro Codice Civile (Capo XI – della Mediazione art. 1754), è:

E’ Mediatore colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza.”

Perché è triste a dirsi, ma anche oggi, purtroppo, la maggior parte delle volte non è cosi.

Le agenzie immobiliari non fanno mediazione.

Addirittura molti agenti, chiamano quello che si dovrebbe definire “incarico di vendita”, mandato. Che giuridicamente è proprio un’altra cosa. Anzi, è in aperto conflitto con la definizione ufficiale di mediatore. Ma è stato talmente inflazionato e male utilizzato dai soggetti stessi (coloro che avrebbero dovuto fare chiarezza), che probabilmente lo utilizzi anche tu o lo hai sentito utilizzare; “ho dato il mandato all’agenzia”.

Attenzione! Il mandato come forma giuridica esiste, ma questa formula prevede che il mandante (ad esempio il proprietario dell’immobile), richieda all’incaricato (il mandatario) che esegua i suoi precisi ordini.

Molte agenzie fanno questo. Sono mandatari dei proprietari delle case che propongono.

Secondo voi chi dovrebbe pagarlo questo tipo di servizio?

Invece l’agenzia chiederà la provvigione anche all’acquirente. Anzi, molte volte l’agenzia la chiederà solo all’acquirente…

La solita soluzione all’italiana.

Purtroppo vi è stato un sovraffollamento di soggetti che si sono avvicinati a questo mercato, con le intenzioni sbagliate. E alla fine ciò che è rimasto, è lui:

Il “nodone” alla cravatta!

Sia chiaro, ovvio che chiunque eserciti una professione che si occupa di fornire servizi lo fa per guadagnare. Il problema, è quando l’unico scopo da raggiungere per l’imprenditore è esclusivamente il proprio benessere, a discapito di chi dovrebbe trarre vantaggio dai servizi che si offrono.

Questi individui (scusate ma colleghi non lo posso proprio più usare), hanno scoperto due cose. Due cose che gli permettono di intrappolare con i loro contratti, gli appartamenti delle prede che finiscono nella loro ragnatela.

  • Uno: assecondare le richieste del proprietario riguardo al prezzo, per poi tartassarlo ogni 15-20 giorni per abbassarlo;

  • Due: prendere degli incarichi IRREVOCABILI (!) di sei mesi o addirittura un anno. (Ho addirittura saputo di virtuosi che sono riusciti a vincolare il proprietario per 24 mesi …)

Questo cocktail malefico, fatto di continue telefonate vessatorie aventi più o meno questo refrain: “Eh, Sig. Bianchi, non si vende, è troppo caro! Dobbiamo scendere”, era accompagnato dal fatto che se eri stufo di subire lo stalking dell’agenzia, saresti stato costretto a fare due cose, anzi tre: o cedere all’insistenza della richiesta; o pagare una penale per rescindere il contratto; o attendere la fine di quei sei mesi (se sei stato fortunato).

Pazzesco! E dove sta il mediatore qui? Quello che dovrebbe mettere due o più parti in accordo per mezzo del suo intervento imparziale? Ve lo dico io. Non c’è!

L’unica cosa che è riuscito a mettere d’accordo, è il suo portafoglio.

Perché è statistico. Tra le tre opzioni, le due più scelte saranno quella in cui si accetta la continua discesa del prezzo (ed anche qui ce n’è da dire) e quella in cui pagheremo una penale pur di disfarci di tale soggetto. Solo se sei fortunato (ma è il minore dei mali), avrai il tempo di aspettare che il contratto capestro scada. Ma oggi più che mai, l’attesa è denaro. E quindi ti stanno comunque presentando un conto che anche se non saranno loro ad incassare, sarai sempre tu a pagare…

Quando il mercato è in discesa in modo così perentorio come nel periodo attuale, la differenza tra prendere una cifra e, magari il 2 o 3% in meno, è questione di settimane.

In merito a questo meccanismo perverso, mi sorgono spontanee due domande da fare all’agente in questione: “Ma quando hai preso l’incarico di vendere il mio appartamento, non ti sei accorto che la cifra che volevo era troppo elevata? Scusa ma chi è il professionista del settore?

E l’altra domanda che segue subito dopo è: “Ma non è che lo hai fatto apposta?

Ma ormai è troppo tardi.

Inoltre il giocoliere più abile, riuscirà, per più volte, a darvi quel filo di speranza (di cui tutti noi abbiamo bisogno, in fondo è sempre l’ultima a morire) che basterà abbassare solo un pochino per raggiungere l’obiettivo. Naturalmente ci chiederà anche di prorogare la durata dell’incarico. E poi effettivamente, sarà anche in grado di trovarvi l’acquirente.

Ma avrete perso un sacco di tempo (che lo ricordo ad esclusione di equivoci, è denaro… …vostro) e sicuramente di pazienza.

Ed il gioco è fatto. Per loro.

Chiarisco un concetto, prima che qualcuno mi metta in bocca cose che non ho mai detto.

Non sto affermando che i franchising immobiliari o le agenzie di grandi marchi (che ricordo vuol dire solo che sono molto pubblicizzate e non che siano sinonimo di serietà) usano operare in questo modo.

Ma è indiscutibile che gran parte del mondo degli agenti immobiliari fino ad oggi si siano mossi così. E le agenzie in franchising, sono numerose. Ed hanno avuto per le mani un sacco di immobili negli ultimi trent’anni. Quindi almeno per statistica…

Ho una frase ben stampata in mente. Perché per anni l’ho letta tutti i giorni. Avendo mosso i primi passi proprio in un grosso marchio, la leggevo sulle riviste istituzionali, quelle grandi e quelle piccole, sull’insegna, in vetrina, sulla porta, sulle pareti, sui porta-penne, sui bigliettini da visita, sulla modulistica. DAPPERTUTTO!

La frase è: “Ogni agenzia ha un proprio titolare ed è autonoma

Cioè, il grande marchio (in generale, perchè poi la hanno adottata tutti questa formula), te lo dice fin da subito! Ed è scritto talmente tante volte, che vogliono che sia chiaro anche per te!

Loro di quello che fa o combina quello che c’è dietro al loro simbolo, non ne vogliono sapere niente. Poi non puoi dire: “non me lo aspettavo…”

Se hai letto fino in fondo e ti trovi d’accordo come me, sappi che io non adotto questa politica commerciale.

Per affidarmi l’incarico di casa tua da vendere o affittare, devi sapere alcune cose per me fondamentali:

  • il nostro incarico è REVOCABILE. Ovvero puoi disdire quando vuoi senza dover pagare nulla. Perchè abbiamo a cura il concetto di proprietà.

  • il nostro incarico durerà non oltre 90 giorni. E se non portiamo un risultato tangibile nei primi 60, vi sconteremo il 30% del nostro compenso.

  • Non accettiamo incarico da chi vuole semplicemente provare. Se DEVI vendere, perchè hai un progetto serio da raggiungere, allora venderemo la tua casa. Se semplicemente vuoi provare a vedere se riesci a trovare il pollo (hai ragione, di norma si usa la parola “amatore”), allora segui questo consiglio: calcola quanto dovresti pagare l’agenzia che se ne dovrebbe occupare e… …comprati la quantità di gratta e vinci corrispondente. Credimi, col mercato attuale le percentuali di successo sono maggiori…

  • il nostro incarico sarà in esclusiva. Avere un’immobile in esclusiva presso un’unica agenzia, non farà altro che valorizzare il tuo oggetto. Perchè darlo a tanti, darà due indicazioni importanti a chi vedrà la tua casa in pubblicità presso diverse fonti: HAI FRETTA DI VENDERE (magari è vero ma meglio che lo sappiate in pochi), SE HA COSI’ FRETTA, COSA C’E’ DIETRO? (che di norma allontana come l’aglio i vampiri)

    Avere invece, un unico referente che si occuperà di pubblicizzare adeguatamente il tuo oggetto, utilizzando anche risorse di altri agenti ti permetterà di evitare situazioni fastidiose come visite dello stesso cliente con più agenti, perchè il cliente non ricordava più di averlo già visto o nella migliore delle ipotesi disdetti all’ultimo minuto, perchè appunto il cliente si è accorto di averlo già visto. Oppure quando ci sarà qualcuno di veramente interessato, correre il rischio che voglia formalizzare la propria offerta da chi gli farà le condizioni migliori (avete già capito migliori, perchè e per chi, vero?)

  • La nostra politica è di collaborare con i colleghi di altre agenzie immobiliari (intendo i professionisti meritevoli di tale appellativo), al fine di mettere insieme tutte le forze possibili, per raggiungere l’obiettivo massimo. Se non vuoi dare l’esclusiva (che di norma è quella cosa per cui molti si spaventano nella decisione di affidarsi a dei professionisti, confondendola con la trappola reale che invece è come spiegato sopra, L’IRREVOCABILITA’), rileggiti quanto ho scritto più su.

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A presto!

RICERCARE L’IMMOBILE GIUSTO. E’ COSI’ FACILE? Parte Seconda

Avete capito esattamente cosa state cercando? Come dovrà essere realmente la vostra futura casa?

Bene, è ora di cercarla.

Quale strumento vi viene in mente, così, di getto, utile a cercare un immobile?

Internet? Già. Proprio internet.

Quest’oggi vorrei focalizzarmi su un specifica modalità di ricerca di un immobile su internet:

La ricerca sui portali immobiliari.

portali

Prima di tutto facciamo un po’ di chiarezza. Il portale immobiliare è un sito contenitore. Quindi non è il sito specifico di un’agenzia, di un professionista o di un costruttore. Ma è un sito in cui vengono raccolti tutti gli annunci immobiliari che i vari inserzionisti, privati, agenti e costruttori, decidono di pubblicizzare.

Bene! Direte voi.

Sì è un bene in effetti. Perchè in questi portali vengono raccolti un gran numero di immobili. E quindi, è sicuramente un’ottima risorsa da consultare.

Ma non tutto ciò che è oro…

Infatti è mia intenzione, darvi qualche dritta su come utilizzare al meglio questi siti.

Perché, ricordatelo sempre, chi inserisce gli annunci sui portali, ha un unico obiettivo. Fare sì che l’annuncio raggiunga più persone possibili, affinché possano entrare in contatto con l’inserzionista, per poter fissare un appuntamento… insomma, VENDERE!

E voi sapete bene quante cose si è pronti a fare pur di vendere… 🙂

I portali immobiliari, consci del potere che via via hanno acquisito nel campo della promozione, questo lo sanno bene. Molto bene. Quindi, cosa fanno di specifico, e diciamolo, lecito, onde evitare fraintendimenti, per guadagnarsi la loro pagnotta?

Creano dei servizi ad hoc, per gli inserzionisti. Promettendo più visibilità.

Ad esempio?

Ad esempio vi sono servizi che evidenziano l’annuncio. Servizi che permettono una maggiore presenza di immagini. Servizi che permettono addirittura di comparire per primi sulle pagine di ricerca.

Avete presente quelle volte che cercate di trovare un bilocale a “Cinghiate di Sotto” e come primo risultato vi compare quell’attico con piscina e campo da tennis in centro città?

Ecco, quell’inserzionista ha pagato (probabilmente anche molto) affinché ad ogni ricerca un qualsiasi utente faccia, il suo annuncio compaia per primo.

Geniale? Bé, non direi. Forse per il portale.

L’inserzionista sta seminando di tutto, sperando che vengano su pomodori. Magari ci riesce… Ma non è detto. Ma questo è un altro discorso.

Come fare per ridurre al minimo questo fastidioso inconveniente (sì perché finché l’annuncio non congruo è uno, amen. Ma quando mi devo districare riga per riga, per trovare ciò che mi interessa, diventa noioso).

Quindi per prima cosa, quando effettuate una ricerca sul vostro portale preferito, ricordate, sempre, di mettere più parametri restringenti possibili.

Ad esempio, vorreste un bilocale di 50 mq che costi non più di 150.000 euro? Se nella maschera di ricerca, nel campo “prezzo”, metterete anche un valore minimo (che ne so 70/80.000), non perderete l’occasione della vita di quel bilocale che viene via ad 1 euro soltanto… 🙂

Verificate inoltre se avete scelto una zona specifica, non considerando la possibilità di altre, se per caso vi è qualche flag su “cerca in zone limitrofe”.

Insomma, restringete il campo il più possibile! Non perderete occasioni, ma guadagnerete tempo! E la ricerca sarà meno snervante.

Cioè, perché se cerchi un 70 mq non metti un limite? Certo, se ti capita un 250 mq allo stesso prezzo di quanto tu vuoi spendere nella zona in cui cerchi il 70 mq…

Portali immobiliari ve ne sono molti. I principali sono 3 o 4, con i due più famosi, “immobiliare.it” e “casa.it” che si fanno una guerra spietata tra loro per essere i più utilizzati dagli inserzionisti.

Quindi direi di tenerli in considerazione per le vostre ricerche. Il primo ha una funzione di localizzazione molto buona. Basta infatti indicare una via o un luogo ed il software vi mostra tutto ciò che avete scelto nell’area indicata. Questa può addirittura essere tracciata liberamente, per una ricerca davvero personalizzata.

Altro buon riferimento è il sito idealista.it. E’ un portale di origine spagnola, che ha preso piede anche qui da noi. La differenza con gli altri portali, è che è molto descrittivo e non da limiti per le immagini agli inserzionisti. Quindi se l’inserzionista è stato bravo, spesso si trovano annunci molto completi e dettagliati. Ti tiene inoltre aggiornato sulle modifiche di un prezzo di un dato immobile.

Esistono anche altri portali, che definirei “minori” (non me ne vogliano).

Se siete a conoscenza di realtà locali specifiche dove questi portali funzionano molto, potrebbero essere una buona risorsa.

Ma ricordate sempre: Chi pubblica gli annunci ha pagato per farsi vedere. Focalizzate la vostra attenzione su ciò che la merita.  😉

Un importante postilla:

Molti portali forniscono alle agenzie che utilizzano i loro servizi, le richieste che provengono dal loro sito. Queste richieste vengono appunto lasciate volontariamente da chi sta cercando un immobile specifico.

Attenzione però! Dato che i portali hanno “fame” di richieste da fornire ai loro clienti (che non siete voi, ma sono gli inserzionisti; sono infatti un’ottima attrattiva per ottenere i contratti di pubblicità con le varie agenzie immobiliari), utilizzeranno qualsiasi metodo per raccogliere i vostri dati.

Sia chiaro. Io stesso, reputo più seria e degna di attenzione, una richiesta che mi perviene completa di nome e cognome, telefono e indirizzo di posta elettronica…

…Finché l’abbiate volutamente lasciare.

Vi sono però situazioni in cui questi dati vi vengono “carpiti”. Avete richiesto informazioni per uno specifico immobile? Facile che i vostri dati verranno inviati anche ad altri inserzionisti.

La ricerca dettagliata vi ha generato una serie di annunci da visualizzare? Occhio al pop-up assassino allora! Spesso e volentieri comparirà una finestra che vi inviterà ad inserire i vostri dati per far sì che quella ricerca venga presa seriamente in considerazione. Come? Ma inviandola a chi può soddisfarla. Ovvero tutti gli inserzionisti che non aspettano altro che il vostro contatto!

SPECIFICO: Nulla in contrario sull’utilità del servizio. Purché questo venga espressamente richiesto.

Quindi se non volete che la vostra ricerca, appena in fase embrionale, venga presa sul serio, occhio a dove cliccate!

A presto!